71, N. 5, Ottobre 2022, p

Le 5 Cose da Sapere Sull’asma In Pediatria (In Collaborazione con SIMRI)

E’ però importante considerare che ogni bambino può essere sensibile solo ad alcune e non a tutte le cose qui elencate: Infezioni delle vie respiratorie: molti virus ed alcuni batteri che nella maggior parte dei bambini provocano un banale raffreddore o magari febbre o mal di gola, nei bambini asmatici provocano in più anche la “chiusura dei bronchi” e quindi sintomi d’asma Allergeni: si tratta di sostanze di origine animale o vegetale che provocano allergia (vedi asma e allergia)! Gli allergeni sono sostanze di origine animale o vegetale capaci di generare una reazione immunitaria a livello della parete dei bronchi che provoca infiammazione e contrazione di questi. Quali fattori possono far “stringere” i bronchi dei bambini? Tuttavia è indispensabile tenere sotto controllo i fattori ambientali. Pertanto il nostro suggerimento è quello di utilizzare il cortisone per bocca nell’asma solo se davvero necessario e solo sotto la guida del proprio pediatra, evitandone l’auto-prescrizione che molte volte non è tanto utile ad apportare un significativo beneficio al bambino quanto lo è piuttosto per sedare l’ansia del genitore! In casi selezionati e dopo accurata valutazione pediatrica eventualmente integrata con test spirometrici e allergologici può essere utile valutare l’introduzione in terapia di farmaci quali: o cortisonici inalatori (che molti di voi conosceranno coi nomi commerciali di Fluspiral, Flixotide, Pulmaxan e vari altri); il pediatra che ha in cura il piccolo saprà modulare il dosaggio di tali farmaci che può variare da basse a medie o alte dosi in base al quadro clinico o cortisonici inalatori associati uniphyl farmaciperasma.com a broncodilatatori a lunga durata d’azione (un esempio diffuso in commercio e sicuramente familiare a molti di voi è il Seretide) o antileucotrieni (parliamo di principi attivi quali Montelukast e Zafirlukast noti a molti di voi genitori coi nomi commerciali di Montegen, Singulair, Lukasm o Zafirst); questi ultimi hanno mostrato particolare efficacia soprattutto in bambini affetti da asma da sforzo: parliamo dunque di bambini che appena fanno uno sforzo fisico, magari giocando, ma a volte anche semplicemente ridendo o piangendo, vengono bruscamente interrotti dall’insorgenza di fastidiosi sintomi come affanno, sibili…

Gli allergeni che più spesso contribuiscono all’asma sono quelli inalatori (cioè che entrano nel corpo col respiro, detti anche aeroallergeni): acari della polvere, muffe, detriti e particelle di scarafaggi, animali domestici (cani, gatti o altri animali con pelo), pollini di alberi, piante, erbe selvatiche. Per arrivare al controllo dell’asma si può assumere la terapia in modo costante e continuativo con gli opportuni inalatori prescritti e cercare di ridurre gli atteggiamenti viziati quali il fumo di sigaretta. ’unico sintomo (variante dell’asma con tosse). Quando il bambino NON È IN CORSO DI ATTACCO ASMATICO (fase intercritica) i sintomi più comuni dell’asma sono: - Tosse secca che non va mai via, con periodi di alti e bassi, e che a volte tende a peggiorare di notte - Facile “stancabilità”: alcuni bambini asmatici non presentano tosse né fischi ma si tratta di bimbi che “si stancano troppo presto” rispetto ai loro coetanei durante il gioco o che magari tendono ad evitare di fare sforzi fisici; questi bambini sono quelli che più spesso rischiano di passare inosservati. Quando un bambino invece è IN CORSO DI ATTACCO ASMATICO (fase di riacutizzazione) si assiste ad un improvviso ed inaspettato peggioramento dei sintomi respiratori con comparsa di: - Difficoltà a respirare e affanno - Aumento della tosse che può anche diventare produttiva (specie se l’attacco asmatico è stato scatenato da un infezione) - Aumento dei fischi respiratori o comparsa di questi se prima non c’erano - Cianosi - Riduzione della saturazione di ossigeno misurata al ditino nei casi più gravi Asma e allergia: tutti gli asmatici sono anche allergici?

Nel frattempo, non dimenticare di seguire piccoli accorgimenti per limitare le possibilità di un attacco d’asma. In pratica l’asma bronchiale va inteso come una malattia cronica delle vie aeree (quindi duratura nel tempo) caratterizzata da un’infiammazione cronica dei bronchi che si accompagna a fenomeni di broncospasmo (cioè bronchi che “si stringono”!) di frequenza e intensità variabili da caso a caso. La cura dell’asma bronchiale si avvale di diverse classi di farmaci utili per controllare i sintomi della malattia e impedirne la riacutizzazione. 3. L’esercizio fisico, farmaci e alimenti possono talora scatenarecrisi asmatiche acute. Del tutto recentemente è stato sintetizzato un nuovo composto, il sodio nedocromile (sale sodico dell'acido piranochinolindicarbossilico), che si è dimostrato molto efficace nel prevenire le crisi asmatiche indotte da allergeni, esercizio fisico, nebbia ultrasonica ed anche da anidride solforosa e da adenosina, su cui il SCG esercita una scarsa azione preventiva. E se il paziente sviluppa una crisi asmatica?

Accade infatti che alcuni bambini broncoreattivi nei primi 5 anni di vita (cioè con episodi ricorrenti di bronchite asmatica infettiva) presentino anche una componente allergica che può essere utile scovare attraverso le famigerate “prove allergiche” e che può essere suggestiva di una possibile evoluzione in asma allergico. Sopra i 5-6 anni, i bambini asmatici sono il 10 %, quasi tutti (85%) allergici e quasi tutti (80-90%) hanno avuto i primi sintomi entro i 4-5 anni. Non è detto che tali bambini siano o diventeranno bambini asmatici (cioè affetti da asma vero e proprio, vedi dopo) in quanto questa forma di broncospasmo tende a scomparire spontaneamente dopo i 5 anni. Questa condizione è molto diffusa nei bambini sotto i 5 anni di vita. Con il supporto di un team specialistico, infatti, si possono controllare al meglio i sintomi, svolgere a pieno le attività quotidiane, ed evitare che si instauri un circolo vizioso che può peggiorare la condizione del paziente, e portare anche all'insufficienza respiratoria. Oltre ai fumatori, infatti, la BPCO spesso colpisce anche pittori, falegnami o agricoltori. “Da tempo le associazioni pazienti chiedono di poter agire in sinergia con tutti gli attori coinvolti in questa patologia, ed è sempre più importante che ci siano anche i politici, per promuovere azioni efficaci e innovative”, aggiunge Simona Barbaglia, co-autrice dello studio.

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